mercoledì 15 settembre 2010

A Roma alberga in uno dei tanti conventi di suore che ospitano giovani donne in visita alla città.

Alterna periodi di tranquillità ad altri in cui appare confusa ,affabulante,talvolta depressa.

Tenta anche ,in uno di questi momenti,il suicidio con la piccola pistola che si è portata da Londra.

Per motivi di sicurezza ,la pistola viene sequestrata dalla polizia.

Non sarà quindi quella pistola che _Violet userà contro Mussolini.

Il tentativo di suicidio destabilizza il precario equilibrio del suo stato mentale .

Appare a tratti ossessionata da una missione da compiere e ,in parallelo dall'immagine del dittatore italiano.

Esprime spesso pensieri deliranti rispetto sia alla sua missione che a Mussolini,ma pare che nessuno presti più di tanta attenzione.

Alle 8,30 del 7 aprile esce dal convento. Ha una nuova pistola:sembra assolutamente incredibile,in un regime così attento come quello fascista di quegli anni che una donna ,per di più straniera e che non diceva o capiva una sola parola d'italiano se la sia procurata senza destare l'attenzione delle innumerevoli spie o dei servizi d'ordine.

Dell'attentato e del suo esito ho detto.

Mussolini,colpito di striscio ,e forse neppure di striscio(non furono trovati bossoli ed è quindi ipotizzabile una carica a salve)sta vivendo un apoteosi di martire .

Non ci sono riscontri obbiettivi di niente,ma le ipotesi vengono subito convogliate sui dissidenti comuni e socialisti.Sull'opposizione e sulla stampa si accaniscono i picchiatori e vengono messe immediatamente in atto nuove norme repressive.

Le maglie della censura si stringono.

Violet è nel carcere della Mantellate e viene interrogata da un poliziotto di vecchia carriera:è il sovrintendente capo Epifanio Pennetta,uomo di esperienza,metodico,nemmeno più di tanto fanatico del fascismo.

Violet non parla italiano,Pennetta non parla ,né capisce l'inglese.

Non è chiamato un interprete,non viene informata la diplomazia inglese.

Pennetta capisce da subito che è irreale pensare che la donna abbia agito da sola:non ha però riscontri,non capisce bene neppure le poche frasi che la Gibson dice:una volta dice che i suoi complici sono i morti: un'altra dice five men,cinque uomini.

Niente di sicuro.

Il sovrintendente viene scavalcato ed è richiesta perizia psichiatrica(telegramma dell'8 del fratello a Mussolini).

Di perizie ne vengono fatte due,più,strano a dirsi,ma nel caso Gibson tutto è strano,anche due visite ginecologiche.

In Inghilterra la famiglia si premura subito di rilasciare dichiarazioni alla stampa sulla condizione paranoica della Gibson.

Nessuno dei parenti le fa visita.

E' comunque ben trattata e viene momentaneamente reclusa in una casa di cura per alienati a Roma dove può usufruire di una stanza singola e di vitto speciale.

Le diagnosi psichiatriche si orientano sulla definizione di pazza paranoide e la definiscono pure sterile(è difficile trovare attinenza tra una volontà omicida e la sterilità).

Ma lo stand by della Gibson che ha attentato al grande condottiero ed è in camera singola in casa di cura privata non può reggere a lungo.E' necessaro fare un processo:siamo nel 27:è passato un anno.

Improvvisamente,pare su richiesta estemporanea della famiglia,quando si sta per decidere la data del processo,la Gibson viene estradata in Inghilterra.

Parte da Roma con la sorella,venuta appositamente,circondata da infermiere e polizia:un cordone invalicabile di persone. Viene fatta salire su un treno ,in vagone oscurato. Scenderà solo a Londra.

E' mezzanotte:viene convocato immediatamente(ritorno a dire mezzanotte)un medico che ne dispone il ricovero immediato.

Viene condotta(è l'una di notte)al St Andrews ospedale psichiatrico di Northampton.

Viene lavata,vestita con la divisa delle recluse e fortemente sedata.

Sono ormai le tre di notte.

Violet Gibson non uscirà mai più dal St Andrews.

Ha 51 anni:morirà 29 anni dopo nel 1956.

Mussolini ,e con lui la dittatura, è morto nel 1945.

Questa è la cronaca storica degli avvenimenti relativi alla vita e all'attentato di Violet Gibson.

Ora inizia il percorso dei quesiti e delle domande.

Credo che le ricostruzioni storiche vadano fatte con due prospettive:una,forse la più ortodossa ,di un'esamina di documenti e testi,un'altra ,più pericolosa ,ma più affascinante,che inizia a porsi domande su tutto ciò che i documenti ed i testi non dicono.

O non vogliono dire.

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