sabato 25 settembre 2010


la leggenda del monacello

Nella società contadina il monacello serve a spiegare l'improvvisa ricchezza del vicino ("evidentemente ha strappato il berretto al monacello") e il lamento lussurioso della donna a letto ("il monacello si è infilato nel letto e l'ha oppressa mentre dormiva")
Il monacello è l'ultimo ricordo di una figura del folklore di tutti i tempi e di tutti i paesi. Nelle diverse regioni italiane ha diversi nomi: Farfareddu, Lauro, Fantasima, etc...

Durante il vicereame di Spagna, questa singolare figura di folletto fu addirittura istituzionalizzata. In un decreto del 1587, emanato dal Conte de Miranda, allora Viceré di Napoli, l'infestazione è in qualche modo disciplinata sotto il profilo giuridico. La norma prevedeva che un contratto di locazione si potesse sciogliere, senza preavviso, ad opera dell'inquilino, se questo fosse preso da "timor panico" perché convinto "di essere insidiato da quegli spiriti maligni che a Napoli si chiamano monacelli". In questa circostanza veniva consentito l'abbandono dell'immobile "senza il pagamento" del canone. La singolare disposizione non è da valutarsi, al solito, come una "trovata alla napoletana", bensì come un saggio provvedimento che teneva conto di una convinzione fortemente radicata nella cultura popolare. Le superstizioni, solitamente esaltate dalla fervida fantasia del Sud, si ritrovano identiche al Nord. Il monacello lo rivedremo all'opera in Italia settentrionale e persino in Inghilterra.

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